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Officina Fitness: i tre principali errori da non fare quando ci si allena

Officina Fitness: i tre principali errori da non fare quando ci si allena

Il personal trainer Antonio Parroni, titolare di Officina Fitness, ci spiega quali sono i principali errori da evitare nell’allenamento.

A tutti noi è capitato di metterci in testa l’obiettivo di tornare in forma, ma molto spesso si tratta del classico buon proposito destinato a non realizzarsi concretamente.

La rete è piena di consigli su come fare per raggiungere una condizione fisica ideale, ma il più delle volte si tratta di cose che suscitano una curiosità transitoria che poi finiscono ben presto nel dimenticatoio.

Per questo motivo, anziché scrivere l’ennesimo articolo su come tornare in forma, ritengo opportuno passare in rassegna quelli che sono gli errori più comuni di chi si approccia all’allenamento la prima volta:

  1. Non avere un obiettivo

  2. Non misurare i propri progressi

  3. Non essere costanti

Non avere un obiettivo

Prima di tutto occorre chiarire con esattezza che cosa sia un obiettivo: un obiettivo è una tappa da raggiungere con caratteristiche ben precise. Non basta dire di voler tornare in forma, occorre anche sapere con esattezza quanti chilogrammi di grasso si vogliono perdere o, al contrario, quanti chilogrammi di muscolo si desiderano costruire. Un buon obiettivo per essere tale deve anche essere raggiungibile: molto spesso si leggono storie di trasformazioni miracolose avvenute in pochissimi mesi avvalorate dalle classiche foto prima-dopo, ma se si tiene conto del fatto che frequentemente certe fotografie sono manipolate sia grazie a photoshop sia grazie ad un adeguato gioco di luci diventa chiaro che non ha senso prenderle come punto di riferimento.

Non misurare i propri progressi

Per citare le parole di Carmelo Bosco: «Un allenamento senza misurazione è come un viaggio senza meta». Con questa citazione si potrebbe chiudere il discorso, ma in realtà come spesso succede i consigli di maggior buon senso sono quelli che che vengono seguiti di meno.

Perché i suggerimenti di un maestro come Bosco vengono applicati solo da un ristretto gruppo di persone? Probabilmente non esiste una risposta univoca ma una vasta gamma di possibili spiegazioni. Una di quelle che, a mio avviso, è tra le più probabili è che molte persone hanno paura di scoprire di non essere sulla strada giusta e quindi, per evitare di scoprire di aver sbagliato, evitano di verificare la validità di quanto fatto fino a quel momento.

Non essere costanti

Probabilmente questo errore è dovuto ad un fraintendimento tipico del mondo moderno incentrato principalmente sul benessere: la convinzione che grandi risultati si possano ottenere anche con sforzi di modesta entità. In realtà non esiste vittoria che non comporti qualche sacrificio e credere il contrario significa non aver ben chiaro il funzionamento dei meccanismi che regolano la psicofisiologia della performance.

Nulla di duraturo si ottiene senza un impegno costante e intenso un impegno che, per citare le parole di Winston Churchill, comporta inevitabilmente: «Sangue, sudore e lacrime»”.

 

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